Accesso ai tabulati telefonici per il cliente che deve difendersi in sede penale

Multa per la ‘Tim’, rea di non avere risposto alle specifiche istanze di un abbonato

Accesso ai tabulati telefonici per il cliente che deve difendersi in sede penale

Tabulati telefonici a disposizione del cliente che ne ha necessità per difendersi nel contesto di un processo penale. Questa linea di pensiero ha spinto il Garante per la privacy a sanzionare la ‘Tim’ con una multa di 150.000 euro, osservando che la mancata risposta alle istanze di un abbonato ha reso difficile per quest’ultimo l’esercizio del proprio diritto di difesa. Nella vicenda in esame, in particolare, si è appurato che l’abbonato, intestatario di due utenze – di cui una in uso ad un’altra personale –, aveva chiesto l’accesso ai tabulati telefonici della ‘Tim’ per raccogliere informazioni da produrre in un processo penale e per dimostrare l’estraneità ai fatti che gli venivano contestati, ma dall’azienda non era arrivato alcun riscontro. All’abbonato è rimasta un’unica soluzione: rivolgersi al Garante per la privacy. E il Garante ha dichiarato illecita la condotta della ‘Tim’, le ha ingiunto di soddisfare le richieste del cliente e ora le ha applicato una sanzione pecuniaria. Per il Garante è evidente la condotta gravemente negligente della società, rea di avere ostacolato l’agevole esercizio del diritto di accesso da parte dell’utente e, di conseguenza, del suo diritto di difesa. (Ordinanza dell’11 novembre 2021 del Garante per la protezione dei dati personali)