Custode e amministratore dell’azienda: compensi da calcolare ignorando il patrimonio aziendale

Respinta la richiesta avanzata da un amministratore e mirata a vedere aumentato di molto il proprio compenso

Custode e amministratore dell’azienda: compensi da calcolare ignorando il patrimonio aziendale

Compensi ridotti per il custode e amministratore di azienda. Ciò perché va fatto riferimento non all’utile in senso ristretto – quindi, non assume rilievo l’eventuale perdita – ma alla somma dei componenti positivi di reddito lordo e delle attività. In sostanza, a contare sono i ricavi annuali, non decurtati dei costi, mentre non bisogna tenere conto del patrimonio aziendale. Nella vicenda presa in esame dai giudici i riflettori sono puntati su un’azienda agricola, anzi sulla persona a cui è stato affidato il ruolo di amministratore e custode di quell’impresa e che ora richiede oltre 350.000 euro di compensi, a fronte dei quasi 43.000 euro liquidatigli. Tale richiesta poggia su una contestazione: il compenso è stato calcolato sulla sommatoria dei componenti positivi di reddito lordo e delle attività, senza avere tenuto conto del valore dei terreni dell’azienda. Questa osservazione non convince però i giudici, i quali ricordano che per patrimonio si intende l’insieme di beni (materiali e immateriali), crediti e contanti costituenti la dotazione dell’azienda, mentre per reddito – e, per contrappasso, perdita – s’intende la differenza, in genere su base annuale, tra i costi addebitabili al singolo anno e i ricavi. In sostanza, la norma, spiegano i giudici, fissa il compenso dell’amministratore e custode dell’azienda sulla base dei ricavi annuali, e quindi è illogica la pretesa di calcolarlo sul valore del patrimonio aziendale. (Ordinanza 38249 del 3 dicembre 2021 della Cassazione)