Censurata la procedura seguita in Polonia. A rischio l’indipendenza della magistratura
Tutelare l’indipendenza dei magistrati. Questo il principio ribadito nuovamente dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea, chiamata a prendere in esame la procedura con cui in Polonia è consentito al Ministro della Giustizia di assegnare mediante distacco un giudice presso un organo giurisdizionale penale di grado superiore. Questa procedura va censurata, secondo i giudici, perché alla luce delle direttive comunitarie non può il Ministro della Giustizia di uno Stato membro distaccare, da un lato, un giudice presso un organo giurisdizionale penale di grado superiore per un periodo di tempo determinato o indeterminato, e, dall’altro, in qualsiasi momento e con decisione non motivata, revocare tale distacco, indipendentemente dalla durata, e non può fare tutto ciò, per giunta, sulla base di criteri che non sono resi pubblici. I giudici annotano sì che in Polonia il Ministro della Giustizia può distaccare i giudici solo con il loro consenso, e ciò, osservano, rappresenta una garanzia procedurale importante, ma, in sostanza, tali giudici non godono, durante il periodo in cui sono distaccati, delle garanzie e dell’indipendenza di cui qualsiasi giudice dovrebbe generalmente godere in uno Stato di diritto. (Sentenza del 16 novembre 2021 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)