Lavoratrice ‘no vax’: eccessiva la sospensione dal servizio e la negazione dello stipendio

Reintegrata, per ora, la dipendente di un’Azienda sanitaria. Per i giudici il provvedimento nei confronti della lavoratrice mette a rischio diritti fondamentali

Lavoratrice ‘no vax’: eccessiva la sospensione dal servizio e la negazione dello stipendio

Primo parziale successo per un lavoratore ‘no vax’. I giudici del Tribunale di Velletri hanno difatti ordinato a un’Azienda sanitaria di reintegrare una dipendente che era stata sospesa dal servizio, e costretta quindi a rimanere a casa senza percepire lo stipendio, dopo che aveva declinato l’invito a sottoporsi al ciclo vaccinale – prima e seconda dose – anti Covid previsto innanzitutto per gli operatori della Sanità. I giudici si sono limitati per ora ad ordinare all’Azienda sanitaria di far ritornare operativa la lavoratrice, la quale, peraltro, aveva chiesto e ottenuto alcuni mesi fa di essere collocata negli uffici amministrativi, evitando il contatto diretto coi pazienti. Successivamente dovrà essere esaminato nel merito il drastico provvedimento adottato dall’Azienda sanitaria. Per ora, però, i giudici hanno sottolineato che con la sospensione dal lavoro e la negazione dello stipendio vengono messi in discussione diritti fondamentali quali la dignità professionale e personale del lavoratore e, allo stesso tempo, il ruolo alimentare della retribuzione. (Decreto del 22 novembre 2021 del Tribunale di Velletri)