Censurata dai giudici comunitari il ricorso a questa specifica forma di comunicazione commerciale
Stop dai giudici comunitari alla prassi di inviare alla posta elettronica dei privati cittadini messaggi pubblicitari che si presentano come vere e proprie emails. Tale pessima abitudine costituisce, secondo i giudici, un uso della posta elettronica idoneo a compromettere l’obiettivo di tutela degli utenti da inferenze nella loro vita privata mediante comunicazioni indesiderate a scopo di commercializzazione diretta. All’origine del caso c’è lo scontro, verificatosi in Germania, tra due fornitori di energia elettrica, scontro originato dalla decisione della seconda azienda di chiedere un’agenzia di diffondere annunci pubblicitari consistenti nella visualizzazione di messaggi-immagine – i cosiddetti banner – nelle caselle degli utenti di un servizio di posta elettronica gratuito. I giudici pongono in evidenza la natura dei messaggi pubblicitari, i quali riguardano la promozione di servizi, e aggiungono che tali messaggi, essendo diffusi sotto forma di email, possono essere qualificati come comunicazioni riguardanti la commercializzazione diretta. A fronte di una evidente comunicazione a finalità commerciale, è fondamentale che il destinatario abbia preliminarmente il proprio consenso. Senza questo fondamentale passaggio, allora, ci si trova di fronte ad una sgradita sollecitazione commerciale. (Sentenza del 25 novembre 2021 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)