Taglio del marciapiede pubblico e accesso a una via gravata da una servitù di pubblico passaggio: impossibile parlare di ‘passo carrabile’

Messa in discussione la pretesa economica avanzata da un Comune nei confronti di un condominio

Taglio del marciapiede pubblico e accesso a una via gravata da una servitù di pubblico passaggio: impossibile parlare di ‘passo carrabile’

Impossibile parlare di ‘passo carrabile’ non autorizzato – con conseguente pretesa economica da parte del Comune – se l’accesso contestato è caratterizzato sì dal taglio del marciapiede pubblico ma grazie ad esso si entra e si percorre una strada privata che funge anche da collegamento con un’altra via pubblica, con relativo accesso per tutti i cittadini, che possono perciò transitare, sostare e parcheggiare. I giudici ritengono evidente che l’accesso preso in esame conduce ad una via gravata da una servitù di pubblico passaggio, e non certo ad un’area di sosta privata ed esclusiva, come avviene, invece, per un passo carrabile. Di conseguenza, dall’accesso contestato, rispetto alla collettività dei cittadini, il titolare – cioè un condominio – non ha guadagnato alcun uso o fruizione – diversa o maggiore – del bene pubblico. Ciò significa, secondo i giudici, che è privo di fondamento l’accertamento operato dai vigili urbani e sono da cancellare i conseguenti avvisi di pagamento emessi dal Comune, poiché mancano i presupposti per individuare un ‘passo carrabile’. (Sentenza del 2 dicembre 2021 del Tribunale di Napoli)